venus restaurée 1936 man ray
marcel marien 1945
muta e cieca, eccomi, vestita di pensieri che tu mi presti
Liberarsi del peso dell’evento traumatico o sistematizzarlo per tesaurizzarlo? Il tema è, spesso, quello di riempire un vuoto insostenibile, un vuoto-lutto, la perdita dell’oggetto amato. Lea Vergine · Il corpo come linguaggio
annette messager truqueuse 1975
Il corpo diventa l’idea stessa mentre prima era solo un trasmettitore di idee. Gina Pane
gina pane
Alcuni mettono in atto uno spostamento, un’inversione, una censura attraverso citazioni antropologiche o invenzioni a carattere onirico; altri si fanno invece portatori di affabulazioni paradossali e terrifiche; altri ancora, più mitomani, si soffermano sugli choc dell’infanzia e sui transfert dell’adolescenza. Abbiamo l’uomo che è solo tale, l’uomo che non è faber, né ludens, né sapiens: l’uomo senza la Favola (senza la morale, l’apologo e l’allegoria), l’uomo col suo terrore della banalità ininterrotta, con le sue affezioni e disaffezioni maledette, coi suoi atti pii e osceni, coi suoi visceri rossi e impuri, col suo gusto della decadenza e dell’espiazione. Lea Vergine L’uso del corpo come linguaggio
L'arte carnale trasforma il corpo in linguaggio, rovesciando l'idea biblica della parola fatta carne; la carne si fa parola. Orlan
Deirdre 1940 dorothea tanning
Deirdre 1940 dorothea tanning
arnulf rainer1971
Quando disegnavo i volti avevo preso l’abitudine di deturparli in vari modi. Le foto le accentuo con dei segni affinché siano visibili la dinamica e la mimica facciale. Mi interessano tutte le situazioni fuori del normale come l’estasi, gli spasimi, le psicosi, gli sfinimenti, le umiliazioni, ecc. Il tentativo di un superamento che ogni essere umano puo’ ampliare. Arnulf Rainer
1998 senza titolo Gerd Holzwarth
Unica 1958 Hans Bellmer
horizontale francesca woodman 1976
Mostrare fino in fondo le proprie debolezze fisiche e psichiche è l’unica strada che può permettere di intervenire sulla propria vita.
di volta in volta una nuova persona, nessuno.
di volta in volta una nuova persona, nessuno.
history of nothing jiri kolar 1962
Le testimonianze di sé, della propria vita, l’intera sfera del privato vengono impiegate come materiale di repertorio. Tutto diventa recuperabile: una qualunque azione di un qualsiasi momento di una qualsiasi giornata; le proprie foto, le radiografie; la propria voce; tutti i possibili rapporti con gli escrementi e con i genitali; ricostruzioni di fatti del proprio passato o messe in scena di sogni; l’inventario degli incidenti di famiglia; la ginnastica, la mimica e le acrobazie; le percosse e le
ferite. “…in ciascuna percezione il corpo è là: esso è il passato immediato in quanto affiora ancora nel presente che lo fugge. Questo significa che esso è, ad un tempo, punto di vista e punto di partenza: un punto di vista o un punto di partenza che io sono e che insieme oltrepasso verso ciò che ho da essere” (J. P. Sartre)
collage n 45 Karel Teige 1938
Il nuovo Adamo scopre di essere ignudo, e cessa di vergognarsene: ha il sospetto che sia stato un grosso errore lasciarsi estromettere dalle aiuole del paradiso per un lungo viaggio nella notte oscura della Storia. E adesso che Dio è morto, incomincia a vergognarsi di essere vestito; per rientrare nel giardino perduto, basterà un passo di buona volontà.
L’arte del corpo 1974 Edoardo Sanguineti
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