A quel tempo credevo che leggere i libri rientrasse fra le funzioni fisiologiche, o meglio fosse un'aggiunta necessaria, una seconda voce che si accompagnava al resto della vita quotidiana. Non mi sono mai chiesto che cosa ci si dovesse fare con Capitani coraggiosi, lo legggevo e basta. Quando al campo accendevano il fuoco e cucinavano la carne sulla brace, era come se mangiassi anch'io. Quella per me era come l'età dell'oro. Quando c'era cibo per tutti senza che si dovessero coltivare i campi, c'erano vino e latte perchè zampillavano spontaneamente dalla terra. Gli uomini allora non si domandavano che cosa ci dovessero fare con il mondo che avevano intorno, non pensavano nè di trasformarlo nè di sfruttarlo. Ci vivevano e basta.
Così era nella mia età dell'innocenza, quando leggevo i libri solo per leggerli, perchè c'erano, a portata di mano, e davano piacere. Poi l'età dell'oro si interruppe bruscamente. Forse fu proprio quella la frattura, come nel sogno: il primo giorno della quinta elementare, quando qualcuno improvvisamente mi chiese conto di quello che leggevo. E con enorme sconcerto mi accorsi che con i libri ci si doveva fare qualche cosa. Ma cosa? ...." Maurizio Bettini "con i libri" Ed. Einaudi - i coralli -1998
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