11/03/2011

studio per una prospettiva su De Chirico (alla maniera del Prof. Pinciroli)

Il vero realismo consiste nel rappresentare le cose sorprendenti nascoste sotto il velo dell’abitudine e che non sappiamo più vedere. Il nostro nome non ha più forma umana. Ma a volte succede che la voce di un fattorino che in un corridoio d’albergo scandisce il nostro nome, la richiesta di una cassiera, le risa di un gruppo di scolari che se ne fanno beffe in classe, strappino il velo e scoprano nuovamente questo nome, staccato da noi, solitario e singolare come un oggetto sconosciuto.
Una poltrona Luigi XVI ci colpisce davanti al negozio dell’antiquario, incatenata al marciapiede. “Che strano animale! E’ una poltrona Luigi XVI”. In un salotto non l’avremmo mai vista. De Chirico ci mostra la realtà spaesandola. E’ uno spaesaggista. Le circostanze sorprendenti in cui colloca una casa, un uovo, un guanto di gomma, una testa di gesso, rimuovono il velo dell’abitudine, fanno cadere questi oggetti dal cielo come un aviatore caduto tra i selvaggi. De Chirico dona all’oggetto il valore di una divinità.


Jean Cocteau – il mistero laico (uno studio su De Chirico)

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