7/25/2009

leoni rampanti con zampata finale

Scusa se ti disturbo ancora, Goffredo, ma vorrei chiederti: davvero ai tuoi tempi un trenino bianco e azzurro arrivava a Cortina? E una locomotiva a vapore portava le carrozze fino ad Asiago? Da quando hai scritto i “Sillabari”, supremo documento poetico della vita italiana, qui le cose sono diventate più facili in quasi ogni campo, innanzitutto nel campo dell’amore: telefonini e internet hanno semplificato al massimo corteggiamenti e appuntamenti. Solo le ferrovie si sono complicate, le dismissioni hanno reso impossibile raggiungere comodamente decine di località: ragion per cui a Cortina ci sono andato una volta sola e ad Asiago mai. Tu con i “Sillabari” hai cercato di fermare l’Italia al centro del Novecento, io darei tutto per fermare ogni cosa nel suo momento magico, nella breve sospensione prima della caduta: i treni nel 1949, la liturgia nel 1959, la musica nel 1969, il cinema nel 1979, Venezia nel 1789, Napoli nel 1859, l’architettura nel 1909, la pittura nel 1929… E i bambini a nove giorni, le ragazze a diciannove anni, le donne a ventinove, l’estate il nove agosto.

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