8/19/2007

Antonio Porta - Devo finire un sogno

per caso mentre tu dormi
per un involontario movimento delle dita
ti faccio il solletico e tu ridi
ridi senza svegliarti
così soddisfatta del tuo corpo ridi
approvi la vita anche nel sonno
come quel giorno che mi hai detto:
lasciami dormire, devo finire un sogno

(da “Come può un poeta essere amato?”)

4 commenti:

Anonimo ha detto...

leggo il tuo commento, il cuore fa un salto, corro da te, trovo questa poesia... che adoro... che è dentro di me, totalmente... sai, qualche mese fa ho sentito rosy porta - la moglie - recitarla a 1 m da me... poi le ho parlato, col cuore in gola... ritrovarala qui, proprio qui dove già mi sento specchiata... non so... è talmente emozionanate... mi piacerebbe conoscerti, andare in giro con te con forbici e carta nella borsa e il naso abituato a captare la vita come unica guida... magari lo facciamo, in una città comoda ad entrambe, che dici?
domani con più calma ripasso e mi leggo tutto tutto tutto! sono contenta...
francesca

clochart ha detto...

si, anche il cuore in gola come unica guida, non so perchè... la consolazione e la rivincita dei disadattati... - linda

Anonimo ha detto...

Continuiamo a fare l'amore?,
hai detto non ancora sveglia una mattina,
per tutta la notte ci eravamo solo sfiorati
con la punta delle dita, con i piedi
e ora per arrivare alla pienezza
sono bastate le tue parole
e un lieve bacio di addio sulle labbra
per sentire che i corpi si erano uniti nel sonno
più che nella veglia.

Nuovo diario, 4.9.1986

Antonio Porta, da Yellow, Mondadori, 2002

clochart ha detto...

mi ricordo che le uniche testimoni erano alcune candele che hanno continuato a consumarsi per tutta la notte... e poi l'inevitabile constatazione dell'assenza