7/19/2007

Beaubourg. Annette Messager –Les messagers - 16 giugno / 17 settembre 2007

Nella mostra retrospettiva di Annette Messager anche un filo di lana ondulato, che contiene il ricordo di un pullover, ci provoca disagio e familiarità............. L'universo domestico è colonizzato da spoglie.
La ballade de Pinocchio - Biennale Venezia 2005 -
Le avventure del burattino sono lo spunto per parlarci, in modo poetico, dell'atto creativo e del nostro percorso umano. Nel grande atrio del Pompidou, accoglie i visitatori pigramente allungato su un cuscino e trascinato attraverso una morbida massa di guanciali e di maschere spaventose che gli cadono quasi addosso dall'alto. Personaggio stretto tra l'umano e il non umano, la nostalgia e la libertà, la madre e la strada, il burattino incarna la tensione tra il mondo domestico e il suo rovescio ombroso, ciò che Freud agli inizi del secolo chiama il perturbante, sempre annidato nel rovescio della casa. È intorno a questa tensione che si forma una buona parte dei lavori di Messager.

Annette Messeger (1943) è artista e collezionista, e come tutti i collezionisti raccoglie intorno a sè gli oggetti legati alla vita, alla sensibilità, al rapporto con il mondo in una dimensione empatica ed emozionale, da cui attingere protezione, in definitiva… una maniera di allontanare la morte.

Messeger usa gli oggetti trovati, le loro trame, trasparenze, i peluches, gli animali impagliati, i resti insomma…..non solo come archivio di affetti, ma come accettazione del rischio e della fascinazione, catastrofe annunciata e seduzione perché, se lo vogliamo, tutto significa e tutto è sorprendente.

“la collection est rassurante, sans limite, jusqu’à la mort, de même qu’un objet réutilisé, multiplié, un mot repeté 100 fois n’a plus de signification.l Il n’est plus qu’un son, une image. »
E’ come in una casa o in una soffitta dove tutti gli oggetti sembrano familiari, amichevoli. Ci sono fiori, cartoline, divani con cuscini, pi all’improvviso si scopre o si ritrova qualcosa che ci spaventa, forse nascosto, perso o mai visto, un soprammobile rotto e incollato, lettere, un animale impagliato, una fotografia. Dei resti.

La ballade des pendus 2002 –
Pupazzi in peluche sobbalzano appesi a una rotaia cigolante che percorre il perimetro del soffitto, alla maniera di una giostra da fiera: corpi umani e teste di asino o di orso, salgono e scendono ciclicamente o sollevati da un filo, subito ricadono. Questi 'messaggeri' sono il nucleo del lavoro di Messager: il movimento di una memoria ancestrale per cui ciascuno riconosce le forme e i colori che popolano il mondo insieme familiare e feroce della casa. Fuori dai vetri del Beaubourg un accampamento di tende di clochard.



Una grande onda di fodera rossa che ricorda il racconto di italo calvino "il sangue, il mare" esce da una porta, si gonfia di un vento improvviso mentre sotto di essa, in trasparenza, si agita una vita misteriosa: luci si accendono e si spengono, si intravedono forme-meduse che si gonfiano e si sgonfiano, che appaiono e scompaiono, dall’alto scendono e risalgono da aperture quadrate nel soffitto delle sottili sagome nere Il vento pervade l'istallazione come l' impetuoso segnale di una burrasca, quasi il respiro di un mostro o il battito di un grosso cuore. Si è stregati da quello che per 10 minuti avviene nella stanza . Si è presi dentro a quest'onda rossa e il suo ritmo ipnotico ci da' la sensazione di essere sospesi in un tempo senza fine. Ma, inesorabile, un enorme orologio, che appare e scompare nel vano della porta, ci annuncia che il tempo concessoci sta per scadere.

Fables et récits – 1991
I peluches ci guardano ferocemente dalle stanze in penombra della nostra infanzia. E come da copione ci sopravviveranno, come i volumi "in famiglia" "senza famiglia" e "l'imboscata".....
Le repos des pensionnaires - 1971
Passerotti "pensionanti", morti impagliati vestiti con piccole maglie di lana, l’ora della passeggiata, l’ora del sonnellino, il momento delle punizione. Tra queste parole dell'infanzia e l'evidenza dei corpi svuotati dell'interno si affaccia il nodo dell'ambivalenza profonda di ogni legame materno o comunque “ferocemente protettore”. Gli animali impagliati, vivi e morti contemporaneamente, mantengono l’immagine della vita e anche trattengono quella della morte.
Cosa mi strazia in questa installazione? Il fatto che la pittura è atemporale, mentre l'installazione come la fotografia è tassodermia. legata a un istante sempre bloccato per l’eternità.
Nel boschetto davanti la Tour Eiffel, il 18/07/07 alle ore 00.30 un corvo morto giaceva ai piedi degli alberi, l’immobilità e la vicinanza lo rendevano ancora più grande e nero. Una mano pietosa gli aveva messo come copertina una piccola felpa rosa da bambino. . La delicatezza di questa attenzione evidenziante ancora di più uno struggente senso di lutto e ingiustizia della morte mi ha impedito di fargli una foto.

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